Un lavoro DI/VERSO, nuove strade per l’inclusione

 

La diversità è un valore aggiunto per le imprese. Lo certifica un approfondimento realizzato dall’Università Cattolica di Milano e presentato oggi a Bologna in occasione del seminario “Oltre le differenze” organizzato dalla Fit-CISL dell’Emilia-Romagna, per fare il punto su un settore, quello dei trasporti e della logistica, con fragilità che si ripercuotono in particolare su donne, giovani e stranieri.”Oggi parliamo di temi importanti: lavoro femminile, immigrazione e giovani. Le aziende devono valorizzare queste tre diversità e il sindacato deve fare una mediazione positiva”, spiega Aldo Cosenza, segretario regionale della Fit. “La diversità la accoglie chi vuole vedere diversamente. Abbiamo sempre lavorato sull’inclusione, facendo in modo di dare strumenti a tutti i lavoratori per conciliare tempi di vita e tempi di lavoro e vivere in ambienti sicuri”, rivendica il segretario nazionale della Fit, Salvatore Pellecchia. “Oggi viviamo un paradosso: in questo paese c’è un tasso di disoccupazione molto elevato, in particolare tra le giovani generazioni, dall’altro lato ci sono aziende che reclamano professionalità che non trovano. Dobbiamoaccorciare la distanza tra mondo della scuola e il mondo del lavoro, lavorare sulle professionalità, perché in futuro la competitività si giocherà anche sulla capacità delle aziende di fare inclusione e di dare ai lavoratori tutti quegli strumenti diwelfare di cui c’è bisogno per vivere una condizione di parità”, sostiene Pellecchia.
“La precarietà crea discriminazioni,soprattutto femminili. Dove ci sono imprese di qualità, c’è lavoro di qualità. Dobbiamo occuparci delle forzature sui part-time involontari, sulle domande sui figli che si fanno alle donne che entrano nel mondo del lavoro. E’ il momento di alzare la testa”, scandisce l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla. “Giusto valorizzare la diversità, ma bisogna dare autonomia ai lavoratori. Per farlo è necessario dargli competenze e sapere. Quando hai competenze e sapere sei molto più forte”, ricorda Colla, ospite della tavola rotonda del sindacato. Tra i relatori, anche Alessandro Camilleri, direttore centrale Personale e organizzazione di Hera. “Il tema dell’inclusione e delle differenze di genere per noi è un tema centrale da tanti anni. La logica per noi non è lavorare sui numeri, ma che i numeri siano il risultato di un lavoro su cultura e processi: è necessario intercettare tutti i pregiudizi che possono essere ostacoli al favorire una reale pari opportunità nei luoghi di lavoro”, racconta Camilleri. “Significa lavorare sui contratti integrativi, sugli strumenti di contrasto al gender pay gap, sulla formazione e sul welfare”, conclude il manager di Hera.