“Le grandi dinamiche mondiali in atto, l’incalzante globalizzazione, le crescenti spinte centrifughe sulla società, ci chiamano alla costruzione di un’Unione forte, rappresentativa, integrata, pienamente e compiutamente democratica. Una Comunità dei popoli, solidale, coesa nel lavoro, negli investimenti, nella contrattazione, nel welfare. È solo dentro questo progetto che possiamo generare uno sviluppo equo, arginando nazionalismi e sovranismi che conducono solo all’isolamento e alla marginalità dei singoli Stati”.
“Solo in una dimensione realmente comunitaria possiamo fronteggiare il dumping salariale che si affaccia nel villaggio globale, pesare sulla bilancia dei rapporti industriali e commerciali, innalzare politiche sociali, innovazione e produttività, incrementando tutele dei lavoratori, opportunità delle nuove generazioni e qualità della vita di chi è in pensione. Ma tutto questo richiede la ripartenza di un progetto che negli anni si è andato indebolendo, stretto da una crescente finanziarizzazione dei mercati e dall’ottusa miopia di istituzioni tecnocratiche e sorde alle esigenze delle persone, dell’economia reale e del lavoro, di milioni di giovani e pensionati”.
“Ecco perché come Ces siamo qui ad unire le nostre bandiere, consapevoli delle responsabilità che ci derivano dal rappresentare milioni di lavoratori europei, donne e uomini del lavoro , giovani e anziani che vogliono partecipare alla costruzione di una comunità unita, orizzonte di pace e di sviluppo nel nostro continente e faro di democrazia in tutto il mondo”.